Sedeva il Re sul trono
di nuvole, immobile, a contemplare l'Ovest. Così stette per molti
tempi di uomo, cosí tanti che i gabbiani della scogliera pensarono
fosse una roccia e si costruirono nidi nella sua barba.
Ma un giorno la
titanica figura si mosse in un volo di uccelli. Si voltó a sinistra
e sorrise nell'alba che sorgeva, di un sorriso strano.
Fissava a Sud e a
Ovest.
Nella cittá di Aurorade due uomini saltarono giú dal letto e si misero in marcia .
Nella cittá di Aurorade due uomini saltarono giú dal letto e si misero in marcia .
Camminarono a lungo,
sostenuti dallo sguardo del Re che Sorrideva.
Arrivarono Infine alla
Sua presenza: "chi sei tu? “chiesero sfacciati ”Cosa fai
qui? E infine: cosa vuoi da noi, che ci tiri giú dal letto?"
Esso non rispose ma li fissó profondamente.
Esso non rispose ma li fissó profondamente.
I suoi occhi erano
pozzi profondi come abissi, belli come gemme, terribili come fuochi
divampanti.
In quegli occhi era radicata la Maestá, la Giustizia e l'Amore.
Allora essi compresero che lui era il Re, colui che era venuto a portare l'equilibrio in quel di Onirikon.
Eppure furono
frettolosi, poiché ancora non era tutto.
Con l'impeto che era
consueto alle genti di Aurorade, si partirono a portare la Novella e
mandarono messaggeri a tutte le terre e a tutti i popoli del Regno
con l'annuncio che il Tempo era venuto.
Ma i popoli ricchi erano troppo presi dalla digestione del loro quarto pasto per ascoltare.
Ma i popoli ricchi erano troppo presi dalla digestione del loro quarto pasto per ascoltare.
Mentre quelli poveri pensavano troppo a come procurarsi un unico pasto impossibile per prestare attenzione.
E i Duchi derisero la
Novella. E pagarono gente che ridesse sguaiatamente, e ne pagarono
altri per deridere sottilmente. Il popolo continuò quindi a pensare
allo stomaco troppo vuoto o troppo pieno.
Ma i loro cuori erano
vuoti, tutti quanti.
Questi infatti erano i
Tempi Oscuri e il veleno dei Duchi era penetrato in profondità nelle
vene di Onirikon.
Cosí nessuno voleva ascoltare l'ambasciata dei due Profeti di Aurorade.
Essi erano partiti
troppo in fretta.
Oh Aurorade, la fretta
é la tua forza e dannazione. Troppo in fretta sei nata e troppo
cresciuta.
E rapidamente cadrai.
E rapidamente cadrai.
Lo sguardo
Essi tornarono da lui. Piansero posando il capo come bimbi sulle virili ginocchia e si stracciarono le vesti per il fallimento poiché non erano riusciti ad accendere il Cuore del popolo.
Essi tornarono da lui. Piansero posando il capo come bimbi sulle virili ginocchia e si stracciarono le vesti per il fallimento poiché non erano riusciti ad accendere il Cuore del popolo.
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