L’Imperatore.
La
Saggezza della Sovranità e della Bellezza, e il loro originatore; la
Sfera dello Zodiaco che agisce, attraverso l'Ariete, sul Sole, e
inizia la Primavera.
Significato nella divinazione
Guerra,
conquista, vittoria, lotta, ambizione.
Difetto
Rabbia,
Impazienza
Pregio
Ardore,
Slancio, Coraggio.
troviamo
qui le grandi forze energizzanti, com’é indicato dalle varie
sfumature di rosso. Si può notare che le
Vie rosse rimangono tali
su tutti i piani (Assiah,
Yetzirah, Briah, Aziluth),
e variano solo le sfumature. Cosi
la carta di
Aries,
l’Imperatore, il Pioniere, il Generale, ha
un bordo sangue e
cremisi carico, rosso, vermiglio puro o rosso fiamma ardente. Egli é
Ho Nikias,
il Vincitore, ardente, appassionato, impetuoso, apoteosi di Marte, in
amore e in guerra. E'
il positivo maschile, come l’Imperatrice
e il positivo femminile.
15)
INTELLETTO CHE SOSTIENE (SEKHEL MAAMID). Consapevolezza
Stabilizzante.
Si chiama così poiché sostiene l’essenza della creazione con una
nube pura, e i maestri della meditazione hanno detto che é una
nebbia, com’é scritto : "e
il suo vestito é nebbia"
(Giobbe 38,9).
La
“He” quinta lettera dell'alfabeto é associata a questa via,ha
il valore numerico di 5.
Mattino
= BQR = 302 = 5 = Marte, ♂ = Aries
Il
nome "figlio del Mattino" si riferisce allo sgorgare
dell'Ariete da Chochmah, che é l'Alba del Cosmo verso
Tiphereth, il Figlio per eccellenza.
É conosciuto anche
come
Sole del Mattino e Capo fra i Possenti. Potremmo anche
chiamarlo
il Figlio
di Chockmah con
ragione. É il più
ardente e impetuoso fra tutti i Signori delle Vie. Porta molto in
avanti ma non molto a
lungo.
Nell'Ordine del Sole l'Ardore é un
concetto particolarmente importante:
L'ardore
proviene dal Sole ed è la qualità prima dell'adepto. Fuoco,
entusiasmo, vitalità e coraggio sono sinonimi di Ardore.
Ogni
membro dell'Ordo Solis dimostra tutto il suo Ardore nella battaglia
così come nella vita quotidiana. Guardiano dell'Ardore è il
Guardiano
del Fuoco. Egli incita i fratelli che si
lascino andare a sconforto, avvilimento o melanconia, riaccendendo il
Sacro Fuoco dentro di loro. A tale scopo egli officia un semplice
rituale: di notte, preleva un rametto acceso dal fuoco e lo scuote in
faccia al fratello intonando il Motto; di giorno egli si serve di uno
specchio per proiettare i raggi del Sole negli occhi del fratello.
Se
l'ardore si spegne l'adepto si considera "in sonno". Per i
suoi scopi il Guardiano del Fuoco può chiedere al Custode
del Corno dell'Aurora di suonare lo
strumento.
La
rappresentazione visibile dell'Ardore è il fuoco che arde al centro
del Campo che per l'appunto è chiamato Ardore. L'Ardore deve essere
acceso al calare delle tenebre e bruciare per tutta la notte.
La Regola
Da
Chockmah, verso il basso si partono due vie d'Ardore.
L'Ariete
e il Toro, di cui parleremo fra poco.
Il
primo espande l'Ardore nel Mondo, il secondo lo custodisce dentro di
se.
Il
Figlio del Mattino quindi espande l'ardore in maniera visibile, porta
le energie esplosive di Chockmah verso lo Splendore di Tiphereth. Si
tratta quindi di un Ardore improntato all'azione, all'espressione. È
l'apoteosi del Guerriero spirituale.
La
carta tradizionale é nota come “Imperatore”.
Compito
dell'Imperatore spirituale é di stabilire il Regno dei Cieli in
Terra.
venga
il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come é fatta
in cielo.
Matteo 6:10
Per
questo egli, il Generale divino, parte con le sue armate e stabilisce
un Regno la cui capitale é Eliopoli, la Città del Sole situata in
Tiphereth.
Lo
spirito della Fenice, il Gran Maestro dell'ordine in Assiah trova le
sue radici qui.
Quando
l'Ordine appare in Assiah é necessario che sia stabilito da un
condottiero nella situazione politica del tempo.
Occorre non confondiamere
il ruolo del Gran Maestro dell'Ordine,
Fenice, con quello del Maestro della Guerra, che si trova più in
basso sull'albero.
Questa
é la Via di Fenice mentre il conflitto di Geburah lo possiamo
ritrovare nella Via del Signore degli Eserciti dei Potenti, così
come il ruolo del Maestro della Guerra. Tuttavia il conflitto é uno
strumento, la distruzione di Shiva che precede la creazione di Braham
nella tradizione vedica.
Questa
carta ha quindi degli
elementi in comune con
il Signore degli Eserciti dei Potenti (la Torre, vedi) ma é
contemporaneamente
diversa.
In
primis la lettera ad essa associate, la He, ha valore di numerico di
5 che é il numero di Geburah. Poi l'Ariete é un segno di Fuoco
retto da Marte, che é la Potenza che regola il Signore degli
Eserciti dei Potenti.
Tuttavia
la guerra del Figlio del Mattino é la Grande Guerra Santa mentre
quella del Signore degli Eserciti dei Potenti é solo la Piccola
Guerra Santa.
La
Grande Guerra Santa é quella che combattiamo contro noi stessi nel
tentativo di elevarci sempre di più.
Dal
punto di vista tradizionale1,
ció
che conferisce alla guerra il suo valore, é che essa simboleggia la
lotta che l'uomo deve condurre contro i nemici che sono dentro di
lui, cioé contro tutti gli elementi in lui contrari all'armonia e
all'unità. Quindi l'avversario esterno non é che una
rappresentazione dell'avversario interiore. La ragione d'essere della
guerra é quindi la pace, nel senso di armonia interiore, ubbidienza
al principio luminoso intimo (in sanscrito jivatman).
Da notare che in arabo le parole pace (es-salam)
e sottomissione al principio luminoso (el-islam)
hanno la stessa radice. La guerra esteriore é quindi la Piccola
Guerra Santa mentre quella interiore é la Grande Guerra Santa
secondo la terminologia islamica. In
questi tempi oscuri questi concetti vengono usati per motivazioni
politiche di bassa lega che portano giovani a uccidere innocenti,
donne e bambini in nome della Guerra Santa. Si tratta di una
perversione del concetto che deve essere condannata fermamente.
Coloro che usano questi concetti per i
loro
fini materiali
dovrebbero essere condannati da tutti gli esponenti di qualunque
spiritualità.
Il
Generale cosmico dell’Ariete, invece,
si esercita
nella
Grande Guerra Santa mentre combatte
la piccola. Le moltitudini interiori in fermento (gli eserciti di Hod
e Netzach) che stanno sotto il suo comando non lo fanno. Sono loro a
combattere la piccola guerra, che diventa meschina e fine a se stessa
quando non vi é un principio superiore che la guidi.
E
non parliamo dell'assenza di Generali, Ammiragli e quant'altro.
Giacché questi non sono mai sazi di potere.
Poi
si dirigerà verso le isole e ne prenderà molte; ma un generale farà
cessare la sua arroganza e la farà ricadere addosso a lui.
Daniele 11:18
Chi
é che prende le isole?
Un
condottiero.
E
un altro generale lo combatte.
Un
altro.
O
forse lo stesso.
Ma
senza un esercito un Generale non sarebbe tale.
Egli
ha bisogno di queste forze e loro di lui. Non cadiamo quindi nel
facile spiritualismo del ributtare la materia e la materialità come
inferiore.
Perché
vuoi entrare nel Tempio?
Perché
in me si agita lo spirito della falena.
Liber Aleph, Rito di iniziazione
al Cerchio interno
é
questo spirito di Falena, questo Ardore inspiegabile e insaziabile
che attrae verso la Luce costituisce il Grande incantesimo che crea
bellezza dalla bruta energia.
L'ardore
va e viene e non conosce fissa dimora, ne bisogna investigare troppo
sulla sua natura o provenienza come dimostra la storia che segue:
La
strada fangosa
Una
volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa.
Pioveva ancora a dirotto.
Dopo
una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di
seta, che non poteva attraversare la strada.
«Vieni,
ragazza,» disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò
oltre le pozzanghere.
Ekido
non disse nulla finché quella sera non ebbero raggiunto un tempio
dove passare la notte. Allora non poté più trattenersi. «Noi
monaci non avviciniamo le donne» disse a Tanzan «e meno che meno
quelle giovani e carine. È pericoloso. Perché l'hai fatto?».
«Io
quella ragazza l'ho lasciata laggiù» disse Tanzan. «Tu la stai
ancora portando con te?»
(101 storie Zen, 14)
Il
gesto “impulsivo” del Maestro spinto da compassione si esaurisce
alla sua conclusione, nulla rimane dopo che le scintille del fuoco si
sono spente.
Questo
é l'Ariete.
Fin
quando esso é connesso alla Fonte Inesauribile del Fuoco
La
Grande Guerra Santa conosce molti caduti, in essi l'ardore si spegne
per sempre e cadono in un sonno senza speranze. Sono gli imperatori
Oscuri, Figli del Tramonto e schiavi dell'orgoglio.
Rappresentante
storico di questa via nei suoi aspetti positivi come in quelli
negativi é Alessandro Magno. Alessandro, oltre ad essere uno dei piú
grandi generali conquistatori della storia, veniva spesso
rappresentato con corna di ariete. Le corna gli venivano dalla sua
permanenza nel tempio di Zeus Ammone a Menfi.
In
un altro esempio nella Bibbia leggiamo che Giosué, grande generale,
sconfisse e uccise cinque re Amorrei, fermando il Sole stesso per
avere tempo di compiere il massacro. Sembra che Il Figlio del
Mattino, riceva un diretto “aiuto divino” nella sua azione
11
Mentre essi fuggivano dinanzi ad Israele ed erano alla discesa di
Bet-Coron, il Signore lanciò dal cielo su di essi come grosse pietre
fino ad Azeka e molti morirono. Coloro che morirono per le pietre
della grandine furono più di quanti ne uccidessero gli Israeliti con
la spada. 12 Allora, quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani
degli Israeliti, Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele:
«Sole,
fèrmati in Gàbaon e tu, luna, sulla valle di Aialon».
13
Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si
vendicò dei nemici.
Giosué 10
Ogni
intervento celeste che serva la rabbia é da considerare con cautela.
Vi sono potenti entitá che hanno ispirato, e ispirano, la guerra. Ma
essa non é a fini di elevazione piuttosto per mantenere prigionieri
i vinti come i vincitori.
Nel
testo Apocalisse Aliena il tema dell'intervento fisico di entitá non
umane negli affari é affrontato in dettaglio.
Il
Figlio Del Mattino é la prima via diagonale che passa l'Abisso.
Intendiamo con Vie diagonali quelle che passano da un pilastro
laterale a quella centrale, mentre le vie reciproche, come la Figlia
dei Possenti, sono quelle che attraversano l'albero orizzontalmente,
passando dal Pilastro della Grazia a quello della Severità.
Essedno
diagonale non discende "puro" come la Sacerdotessa Della
Stella D'argento. Benché vada verso il centro dell'albero reca le
tracce dello "squilibrio" di Chockmah.
La
Sacerdotessa porta lo spirito del Sole in Tiphereth, ma é il Figlio
del Mattino che lo infiamma, che gli da quella scintilla che ce lo
rende visibile.
Senza
la sua azione in Assiah l'astro più splendente del nostro firmamento
sarebbe solo un ammasso potenziale di gas di idrogeno.
É
qui, nella regione di Tiphereth che iniziano le azioni e i pensieri
a cui siamo più abituati, quelli della realtà quotidiana, così
lontane dal mondo empireo dell'essere puro che si trova al di là
dell'Abisso.
E
quindi anche i difetti per esempio la Collera.
Un
giorno un discepolo, volendo dimostrare la sua preparazione, disse a
Dokuon:
"La
mente, Buddha e gli esseri senzienti, in fondo, non esistono. La vera
natura dei fenomeno é il vuoto. Non c'é nessuna realizzazione,
nessuna illusione, nessun saggio, nessuna mediocrità. Non c'é
nessuno che dia e niente che si riceva".
Dokuon,
che stava fumando in silenzio, non fece commenti. Tutt'a un tratto
colpì il discepolo con la sua pipa di bambù. Questo fece arrabbiare
moltissimo il giovane.
"se
niente esiste" domandò Dokuon "da dove viene questa
collera?"
101 storie zen, 93
La
collera é quella dell'Energia non trattenuta e dell'Orgoglio
irrefrenabile.
La
parte squilibrata di questa Via.
Il
condottiero che non sopporta che qualsiasi cosa si frapponga fra lui
e i suoi obbiettivi.
Ma
se questa energia esiste in noi é inutile negarla o sopprimerla
piuttosto incanalarla. Il Guerriero non é il Prete benché entrambi
siano necessari nella dinamica dell'Albero della vita.
La carta tradizionale
L'immagine
della carta tradizionale raffigura un imperatore in armatura, seduto
su un trono con simboli di ariete.
La
He é la prima lettera della “formula del tetragrammatron” che
incontriamo. L'unica che viene ripetuta nella Formula IHVH. é
assegnata a Binah, via assolutamente femminile. Ma la cosa
interessante é che la HE é la madre della VAU. Vediamo come questo
si applica al nostro discorso sull'Ardore: é il Signore
dell'Ariete (lettera HE) che genera e racchiude quello del Toro
(lettera VAU) associato al Papa nelle carte tradizionali.
L’Imperatore
é quindi superiore al Papa.
Lungi
da noi il voler riprendere la medievale diatriba fra l'Imperatore e
il Papa. Qui siamo su un piano assolutamente differente. L'Ardore é
un concetto espansivo, parlare di un ardore conservato, trattenuto é
come esprimere un ossimoro un controsenso.
Possiamo
immaginare il Figlio del Mattino (HE) come un fuoco violento che
brucia troppo rapidamente mentre il Mago degli Dei Eterni (VAU) é la
brace ardente che il mattino dopo brucia sotto la cenere e continuerà
per ancora lungo tempo. Ma destino di questa brace é quello di
ricevere nuovo impulso in maniera da potere ridiventare fiamma
espressa.
Esiste
un profondo legame fra l'Imperatore e Venere, come prova il globo
sormontato dalla croce che stringe nella mano sinistra (nell'immagine
il concetto é stato separato fr globo e scettro), che é appunto il
simbolo di Venere (♀). Inoltre lo scettro che la carta tradizionale
pone nella destra dell’Imperatore altri non rappresenta che il
Fallo.
La carta dell'Ordine del Sole
Nella
carta dell'ordine troviamo una figura a prima vista curiosa.
Ci
aspetteremmo un potente guerriero o un sovrano, e invece troviamo una
figura leggiadra.
Un
giovane uomo alato, incorniciato da una finestra
sembra uscire dalle acque,
in
cui si riflette.
Intorno
a lui svolazzano uccelli simili a colombe, l'uccello della Pace Vera.
Un
esame attento ci svela il simbolismo.
L'immagine
rivela
gioventú, ispira
l'alba,
l'inizio di una nuova espressione. La
lettera He,
in
Ebraico
significa finestra, raffigurata
nell'immagine.
In
tutta la Bibbia la parola é spesso associata all'idea del guardare
attraverso. La finestra é l'apertura di un orizonte, un varco da cui
entrano luce, aria e soprattutto informazioni. Ma é un varco da cui
si puó anche passare se ve ne é la necessità.
Formula del Cuore del Figlio del Mattino:
Ed
ecco che il Figlio del Mattino attraversa l'Abisso… passando in
maniera dalla Finestra, risparmiando così il percorso del deserto
(questa potrebbe essere una “non convenzionale” formula del
Cuore).
Messe
da parte ardite ambizioni metafisiche potremmo più semplicemente
riassumere tutto nel motto: “Chi mi ama mi segua!” Seguito
dall’ordine di carica del condottiero.
Effetti
della formula: trasmettere entusiasmo attraverso l’esempio,
promuovere nuove idee, anche in ambito intellettuale (brain
storming).
Formula dell'Onore del Figlio del Mattino:
La
formula dell'Onore é invece una Visione. Non vi é passaggio
ascendente che il pellegrino possa compiere per accedere alla città
di Aurorade senza prima passare il sentiero della Stella d'argento.
Effetti
della formula:la
Visione della Fonte Vera dell'Ardore sta alla radice del suo
contenimento e della sua armonizzazione. Da usare quando si é
precipitosi o pregni d’ira o in generale per contenere
l’eccitamento (anche sessuale).
Associazioni:
attività
creative dirompenti (concept pubblicitario).
Scena Magica
Una
brulla e desertica pianura si estende innanzi ad un maestoso
altopiano.
Dirupi
scoscesi si ergono a baluardo naturale dell’immenso bastione
roccioso.
E’
l’aurora e la fioca luce del mattino é attenuata da una rada
foschia.
Nella
pianura si trovano migliaia di tende: ancora dormiente, una antica
legione é accampata dal crepuscolo dell’età dell’oro.
I
soldati non sanno nemmeno perché si trovano in questo luogo, lo
hanno dimenticato.
Per
secoli hanno combattuto, lottando anche tra loro.
Un
tempo risplendevano scintillanti nelle loro corazze, ora le armi sono
arrugginite e spuntate, le armature ammaccate, i mantelli logori e
scuri.
Poche
sentinelle stanche e infreddolite sorvegliano il passo di “He”,
una stretta gola che taglia in due l’altopiano, avvicendandosi da
tempo immemore con i propri compagni.
Un
fragore dapprima impercettibile poi gradualmente sempre più intenso
desta loro dal torpore.
Dalla
gola viene ora un rombo assordante.
Poi
come un fiume in piena che rompe gli argini, un torrente di fuoco si
riversa sulla pianura allargandosi a ventaglio all’uscita del
passo.
Sono
cavalieri, migliaia di cavalieri e ciascuno regge in mano una torcia.
La
formazione si ricompone assumendo le sembianze d’una Fenice.
Un
immane uccello di fuoco giunge per ghermire la sua preda.
Le
sentinelle gettano al suolo le armi e si danno alla fuga, gemendo per
la paura.
Pochi
guerrieri si levano dalle tende per
assistere attoniti alla scena.
In
testa alla legione di fuoco un fanciullo.
Il
suo nome é Aries.
D’oro
é la sua armatura, rosso vermiglio il suo mantello, bianca la sua
cavalcatura.
Sul
capo reca un elmo sormontato da corna circonvolute.
Nel
suo furore egli appare bellissimo.
Con
voce innocente esclama:
“Levata
ho la mia spada per il regno di Levante.
Con
essa libererò la Città del Sole.
E
attraverso essa la Bellezza illuminerà il Mondo.
Così
venga il tuo regno;
Sia
fatta la tua volontà in Cielo come in Terra.”
I
cavalieri intonano allora il “Dies Irae” all’unisono.
La
Fenice si avventa sull’accampamento riducendo uomini ed
equipaggiamenti ad un ammasso di detriti senza forma...
Più
a est ai confini tra Terra e Cielo é ancora l’aurora.
L’armata
si arresta nei pressi d’una città un tempo meravigliosa ma ora
abbandonata.
L’Imperatore
smonta da cavallo e solitario si avvia verso le porte della città.
Uno
dei Generali gli si rivolge:
“Mio
Signore non v’é posto per noi al sicuro tra quelle mura?
“
Aries
senza voltarsi replica in tono energico:
“No!
Non
v’é posto qui per la vostra Piccola Guerra.
Tornate
indietro a vegliare il passo.
Ma
attenti o l’Ira del Signore vi disperderà!
“
Detto
ciò attraversa la soglia.
Le
porte si serrano alle sue spalle per sempre.
All’esterno
i generali schiavi dell’orgoglio si dividono.
Alcune
schiere si preparano a darsi battaglia l’un l’altra, altre
partono a cercar bottino, altre ancora dirigono verso l’altopiano
nel regno del crepuscolo eterno.
Ma
adesso verso est coloro che si voltano scorgono un globo d’oro e
fuoco levarsi all’orizzonte: Eliopoli!
Fratello F.
1
In tutte le tradizione Guerriere, a partire da quella cavalleresca
fino a quella giapponese, ricorre questo concetto.
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