domenica 30 novembre 2014

Eliopoli V: La nuova Onirikon

Fra le cittá di Onirikon liberate ognuno prese la Via che meglio gli si addiceva.
Aurorade si dedicó alla Scienza, con poco o nessun governo; Narim divenne un grande convento in cui oscure sacerdotesse celebravano misteriosi rituali; Ludageh sviluppó il commercio; Begaruh la disciplina militare; gli abitanti del Bosco dello Scorpione entrarono in una lunga guerra, gli uni contro gli altri, maschi contro femmine che condusse queste ultime al potere in quel di Mieleim.
Il popolo di Satod dedicó se stesso alla disciplina e l'esercizio mistico del corpo e delle sue arti; Desio brillava nell'arte; infine i Nani di Kulma Estraevano gemme e metalli dai loro cunicoli sotto le montagne di Arez.


Alcuni, commossi dal proclama di VNV e dalla trista sorte di Hegalon si recarono a vivere ad Eliopoli. Essa era da tutti riconosciuta come capitale di Onirikon, ma in realtá non aveva  nessuna potenza.

domenica 23 novembre 2014

Eliopoli IV: il risveglio degli Ignavi

La testa di Hegalon fu portata in trionfo in tutte le cittá.

Come orrido monito a coloro che osavano levare la testa contro il dominio dei Duchi e sperare in un mondo migliore.
Terrore e Impotenza speravano di suscitare.

Ma gli abitanti di Onirikon, vedendo questo strazio ricordarono l'Ardore di Hegalon e la bellezza dell'Ardente Processione. Allora furono colti da compassione e furore e si risvegliarono dal loro sonno.

“Un GiuSTo é stato ucciso” si dissero l'un l'altro “che nulla di male aveva fatto, tranne portare speranza la dove non ve ne era. Cosa abbiamo mai fatto!? Perché lo abbiamo lasciato solo? Oh noi miseri e indegni.”

Le voci crebbero e si tramutarono in un gemito, che crebbe in un coro e divenne finalmente una folla urlante davanti ai palazzi dei Duchi.
Armati di coltelli, pale e picche da lavoro essi reclamarono giustizia.

Grande fu lo stupore dei Duchi. Giacché eran conviti di avere la situazione in mano. Di conoscere le debolezze della plebe si da poterla controllare a piacimento.

E invero a lungo avevano avuto successo, alternando zucchero e frusta. Quindi adesso decisero che era di nuovo il momento di usare la frusta.
Eppure sbagliavano.
Non in quanto il popolo fosse divenuto piú saggio o migliore. Quanto perché l'Equilibrio della Bilancia era cambiato per sempre e il vecchio vino doveva esser versato in nuove botti.
Ma i Duchi non videro nulla di questo.

“Andate e uccidetene un paio.” Ordinarono ai loro sgherri “Gli altri si arrenderanno di certo.”

Uscirono i Turpi dai Palazzi, armati di randelli e poco altro, fidando piú della debolezza altrui che della forza propria.

Ma questa volta vi era qualcosa di nuovo e diverso.
Lo sguardo remissivo del popolo era sparito.
Una nuova luce brillava nei loro occhi. Luce micidiale che preannunciava la fine loro e dei loro Signori.
Allora si sentirono insicuri del fatto loro:
“ahem” dissero “perché non lasciare i morti riposare in pace mentre i vivi si occupano delle cose loro? Tornate in pace alle vostre occupazioni.”

Ma la voce del popolo rispose.
“Non torneremo indietro fino a quando l'ultimo bastione dell'Ingiustizia non sia stato abbattuto. Il tempo dei Duchi è finito. Fateci passare o finirete insieme a loro.“
Gli sgherri, vedendosi perduti, lasciarono cadere le armi e si unirono ai rivoltosi.
Allora il popolo assalí i bastioni dell'ingiustizia e scardinó i cancelli del Potere.

I duchi fuggirono, giacché non era nella natura loro di rimanere fermi e combattere.
Trovarono asilo nel tristo continente di Dome dove eressero un nuovo dominio fra Demoni e Orchi. E da li oggi ancora scrutano rabbiosi l'antico imperio loro, tramando per ritornare.


domenica 16 novembre 2014

Eliopoli III: Il Proclama di VNV

Dunque la Cittá era completa e l'avvenimento fu festeggiato con lunghe feste e banchetti.
Ma dopo alcuni giorni un senso di inquietudine si diffuse fra i costruttori.

Uno dopo l'altro i felici costruttori salutavano e se ne andavano.
“Perché abbandonate Eliopoli, proprio adesso che essa é pronta ad ospitarvi? ” chiedeva loro Hegalon “Non volete rimanere e contribuire a farne la città di Tutti?”

Ma essi sfuggivano il suo sguardo perché in loro ogni ardore si era spento, e non sapevano cosa rispondere.

E vedendoli andare altri si aggiungevano loro e se ne partivano.
Alcuni guardando per l'ultima volta Hegalon negli occhi. Ma la maggior parte spariva di notte senza salutare.

E il gruppetto di coloro che rimanevano a salutare tristemente i partenti si fece sempre più piccolo.
Chi avrebbe vissuto li?
Alla fine rimase solo Hegalon.
La cittá di Tutti era divenuta la cittá di Uno Solo.

Allora le strade di marmo e di oro furono piene solo di vento. Esso fischiava tristemente una canzone solitaria.

Hegalon si agirava per i viali vuoti e sedeva nei grandi saloni echeggianti in preda all'angoscia.

“Dove ho sbagliato?” chiedeva al pubblico di fantasmi nelle piazze “Non ho forse eseguito la volontá del Grande Re?”
Nessuno dei fantasmi rispose.
Ed Hegalon cadde nell'oscuro buco dell'Angoscia.

Passarono tristi mesi di gelo.
Poi un giorno il sole si svegliò nella vita. In quel giorno il ghiaccio si sciolse dal suo cuore.
Allora egli scrisse un proclama che cosí diceva.

Fratelli tutti di Onirikon.
Udite il proclama di VNV che da Eliopoli parte ma dal Re Unico proviene.
Per lungo tempo abbiamo patito sotto il tallone dei Duchi, e mai vi era Luce di Speranza al nostro orizzonte.
Poi il Re arrivó a indicarci la Via.
Ebbene giunto é il Tempo e pronta é la Comune Dimora.

Uscite dalle vostre Case avite, che patiscono sotto l'oppressione dei Malvagi Duchi. Unitevi in un popolo unico nel centro di Onirikon. Lí tutti saranno rappresentati nelle loro differenze. Li i popoli di Onirikon confluiranno nel Popolo del Grande Re.
Abbiamo iniziato questo sogno insieme in nome del Grande Re, portiamolo dunque a conclusione. Non lasciamolo cadere nel Nulla.

Venite a Eliopoli, fratelli.

Poi lo spedí con messaggeri in tutte le cittá.
Questa volta nessuno rise.
Nessuno maledí i messaggeri.
Semplicemente li ignorarono.
Giacché l'indifferenza a volte é peggio dell'Odio stesso.

I Duchi pensarono allora che fosse giunto il momento di agire. Giacché questo é il loro modo di attaccare. Non direttamente, ma alle spalle, di notte.
Avevano con difficoltá tollerato l'ardente processione e la nuova cittá di tutti. Ed ora gioivano nella sua rovina.

Mandarono i loro sgherri in quel di Eliopoli per arrestare Hegalon e tutti coloro che vivevano con lui.
Mandarono una forte truppa, perché si aspettavano resistenza.

Ma arrivando in vista della cittá essi si resero conto che nessuno era rimasto.
Allora risero sguaiatamente.
Ma qualcosa gli impediva di entrare dentro.
Sentivano un luminoso potere provenire da li, come una minaccia luminosa che li avrebbe colpiti se avessero profano quel santo luogo.

“Hegalon! Vieni fuori!” disse il loro capo. “il tuo sogno é infranto. Nessuno crede a questa cittá. Non vedi che é un guscio vuoto?”

Sentendo le loro voci Hegalon aveva pensato fosse qualcuno che finalmente rispondeva al Proclama di VNV e si era avvicinato.

“Forse adesso é vuota. “ Rispose dalle mura ” Ma io so che un giorno sará piena di vita e di risa e di gioiosa attivitá. Io ho visto tutto ció negli occhi del Grande Re ed egli non Mente. Il Proclama di VNV é stato inviato e presto arriveranno.”

“Folle!” replicó lo sgherro. “Nelle cittá dei nostri beneamati Duchi le genti si fanno le beffe del tuo proclama.”

Allora Hegalon scese e gli venne incontro, con il cuore spezzato.
“Tu menti. Creatura ributtante. Essi verranno, io lo so.”

“Sparisci ho ordine di bruciare questo pattume di cittá”

Allora Hegalon capí che la sua fine era arrivata. questo gli diede un senso di serenitá. Per la prima volta da tanti mesi.

“Cane! Prima ancora che tu la possa toccare” disse estraendo la spada “Il tuo braccio tutto toccherá la terra.”

Essi risero poiché erano numerosi, mentre lui era uno solo. Ma quando Hegalon caricò non risero piú. La rabbia sprizzava dai suoi occhi e l'urlo di battaglia li atterrì. Si fiondó sul loro capo e con un fendente gli troncò l'arto come promesso.
Poi rivolse la sua ira agli altri. Ma benché il suo braccio fosse possente e la sua abilitá grande essi lo superavano di molti ad uno.

Alla fine un piccolo bognin dal fiato puzzolente gli arrivó alle spalle e lo colpì ai tendini.
Egli cadde e gli furono tutti addosso, facendo strazio del suo corpo.
Solo la testa risparmiarono per portarla come trofeo ai loro signori.
Poi diedero fuoco ad Eliopoli e se ne andarono sghignazzando.

domenica 9 novembre 2014

Eliopoli II: La fondazione di Eliopoli

Quando arrivarono nel punto stabilito iniziarono a falciare l'erba e a scavare pietre, fino a quando un grande buco non fu praticato nel centro della piana dorata.
Per sei giorni scavarono come forsennati fino ad abbattersi a terra per la stanchezza.

Poi i Draghi portarono marmo bianco dalle cave di Arez e Oro luminoso dalle miniere di Lugadeh.
E poi per sei giorni innalzarono le Colonne di Oro e Marmo.

Le Amazzoni donarono fiori e i monaci di Satod pergamene.
E la cittá fu piena della Sapienza e della Vita.


E cosí fu che fu edificata Eliopoli la cittá del Sole.

domenica 2 novembre 2014

Eliopoli I: l'Ardente Processione

In quel giorno uscirono da Aurorade 20 volte 20 carri in processione. Preceduti da Draghi Rossi e Seguiti da Elefanti e Tori. Le trombe suonavano e le fanciulle cantavano di gioia al loro passaggio. Presero la via di sud e poi quella di occidente, marciando lietamente e sempre cantando.
Era cosí visibile e puro il loro Ardore che chiunque lo vedesse ne era contagiato come da un incantesimo. Cosí che tutti si univano alla carovana gioiosa che diveniva grande e grande e grande e ancora piú grande.
In quei tempi tristi la Vera Gioia era infatti merce rara e preziosa .

E come un fiume che scendesse dalla montagna raccogliendo nel suo grembo le acque di tutti i suoi figli cosí prese a se Hegalon i popoli di Onirikon.
Si unirono loro le sacerdotesse mute di Narim, sospendendo per un tempo il pianto; I guerrieri crudeli di Begaruh si cinsero la testa di fiori e si accodarono; Selene Argento, nobile cacciatrice di Desio arrivó con un seguito di pallidi poeti; I monaci di Satod portarono grandi corni e giocolieri che parevano volare.
Uscirono dalla foresta le mortali amazzoni, gli gnomi di Ludageh sospesero i loro commerci;
Perfino i truci Nani di Kulma si unirono alla processione e raccontavano di avere udito un corno che li chiamava.

I duchi vedendo i popoli di Onirikon per la prima volta marciare insieme ebbero paura.

Sentivano che il vento stava girando, che il Risveglio era iniziato.
I piú furbi fra loro fuggirono nella notte in una scia di bava e gioielli dimenticati.

Ma altri non erano pronti a cedere cosí facilmente.
“Fermateli!” ordinarono ai loro sgherri. “sterminateli tutti” Ma le caserme erano vuote, poiché tutti, anche gli sgherri, si erano recati alla gioiosa processione di Hegalon.


Ed essa si diresse verso la piana di Mezzo, danzando e cantando, e ancora cantando e ballando. In testa a tutti loro vi era Hegalon, prediletto Generale del Gran Re. Li guidó tutti alla ricerca della Bellezza del Centro.