In quel giorno uscirono
da Aurorade 20 volte 20 carri in processione. Preceduti da Draghi
Rossi e Seguiti da Elefanti e Tori. Le trombe suonavano e le
fanciulle cantavano di gioia al loro passaggio. Presero la via di sud
e poi quella di occidente, marciando lietamente e sempre cantando.
Era cosí visibile e
puro il loro Ardore che chiunque lo vedesse ne era contagiato come da
un incantesimo. Cosí che tutti si univano alla carovana gioiosa che
diveniva grande e grande e grande e ancora piú grande.
In quei tempi tristi la
Vera Gioia era infatti merce rara e preziosa .
E come un fiume che
scendesse dalla montagna raccogliendo nel suo grembo le acque di
tutti i suoi figli cosí prese a se Hegalon i popoli di Onirikon.
Si unirono loro le
sacerdotesse mute di Narim, sospendendo per un tempo il pianto; I
guerrieri crudeli di Begaruh si cinsero la testa di fiori e si
accodarono; Selene Argento, nobile cacciatrice di Desio arrivó con
un seguito di pallidi poeti; I monaci di Satod portarono grandi corni
e giocolieri che parevano volare.
Uscirono dalla foresta
le mortali amazzoni, gli gnomi di Ludageh sospesero i loro commerci;
Perfino i truci Nani di
Kulma si unirono alla processione e raccontavano di avere udito un
corno che li chiamava.
I duchi vedendo i
popoli di Onirikon per la prima volta marciare insieme ebbero paura.
Sentivano che il vento
stava girando, che il Risveglio era iniziato.
I piú furbi fra loro
fuggirono nella notte in una scia di bava e gioielli dimenticati.
Ma altri non erano
pronti a cedere cosí facilmente.
“Fermateli!”
ordinarono ai loro sgherri. “sterminateli tutti” Ma le caserme
erano vuote, poiché tutti, anche gli sgherri, si erano recati alla
gioiosa processione di Hegalon.
Ed essa si diresse
verso la piana di Mezzo, danzando e cantando, e ancora cantando e
ballando. In testa a tutti loro vi era Hegalon, prediletto
Generale del Gran Re. Li guidó tutti alla ricerca della Bellezza
del Centro.
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