La testa di Hegalon fu
portata in trionfo in tutte le cittá.
Come orrido monito a
coloro che osavano levare la testa contro il dominio dei Duchi e
sperare in un mondo migliore.
Terrore e Impotenza
speravano di suscitare.
Ma gli abitanti di
Onirikon, vedendo questo strazio ricordarono l'Ardore di Hegalon e la
bellezza dell'Ardente Processione. Allora furono colti da compassione
e furore e si risvegliarono dal loro sonno.
“Un GiuSTo é stato
ucciso” si dissero l'un l'altro “che nulla di male aveva fatto,
tranne portare speranza la dove non ve ne era. Cosa abbiamo mai
fatto!? Perché lo abbiamo lasciato solo? Oh noi miseri e indegni.”
Le voci crebbero e si
tramutarono in un gemito, che crebbe in un coro e divenne finalmente
una folla urlante davanti ai palazzi dei Duchi.
Armati di coltelli,
pale e picche da lavoro essi reclamarono giustizia.
Grande fu lo stupore
dei Duchi. Giacché eran conviti di avere la situazione in mano. Di
conoscere le debolezze della plebe si da poterla controllare a
piacimento.
E invero a lungo
avevano avuto successo, alternando zucchero e frusta. Quindi adesso
decisero che era di nuovo il momento di usare la frusta.
Eppure sbagliavano.
Non in quanto il popolo
fosse divenuto piú saggio o migliore. Quanto perché l'Equilibrio
della Bilancia era cambiato per sempre e il vecchio vino doveva esser
versato in nuove botti.
Ma i Duchi non videro
nulla di questo.
“Andate e uccidetene
un paio.” Ordinarono ai loro sgherri “Gli altri si arrenderanno
di certo.”
Uscirono i Turpi dai
Palazzi, armati di randelli e poco altro, fidando piú della
debolezza altrui che della forza propria.
Ma questa volta vi era
qualcosa di nuovo e diverso.
Lo sguardo remissivo
del popolo era sparito.
Una nuova luce brillava
nei loro occhi. Luce micidiale che preannunciava la fine loro e dei
loro Signori.
Allora si sentirono
insicuri del fatto loro:
“ahem” dissero
“perché non lasciare i morti riposare in pace mentre i vivi si
occupano delle cose loro? Tornate in pace alle vostre occupazioni.”
Ma la voce del popolo
rispose.
“Non torneremo
indietro fino a quando l'ultimo bastione dell'Ingiustizia non sia
stato abbattuto. Il tempo dei Duchi è finito. Fateci passare o
finirete insieme a loro.“
Gli sgherri, vedendosi
perduti, lasciarono cadere le armi e si unirono ai rivoltosi.
Allora il popolo assalí
i bastioni dell'ingiustizia e scardinó i cancelli del Potere.
I duchi fuggirono,
giacché non era nella natura loro di rimanere fermi e combattere.
Trovarono asilo nel
tristo continente di Dome dove eressero un nuovo dominio fra
Demoni e Orchi. E da li oggi ancora scrutano rabbiosi l'antico
imperio loro, tramando per ritornare.
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