domenica 11 gennaio 2015

La Battaglia dei Carri VI: l'Ultima carica dei Dervisci

Benché avessero subito perdite spaventose, 9000 di quelli di Auorade resistevano coraggiosamente alla pressione dei Nani. Tuttavia questi erano pesantemente corazzati e passo dopo passo conquistavano terreno. Gli Auroradei rischiavano nuovamente di essere schiacciati.
quando quello spirito indomabile, che giá era stata la rovina loro e del Sodalizio si risveglió.
Si rizzò uno di essi e ad alta voce declamò:
“Fratelli, che vogliamo forse morire lentamente, ad uno ad uno? Non siamo forse noi i Figli del Danzatore, consacrati alla scintilla volante?
Se anche la battaglia fosse persa…
Non preserviamo la nostra vita inutile! Lanciamoci giú per la collina in uno slancio di generosità”.
“Chi sei tu che parli cosí?” gli chiesero. “Abbiamo seguito il Gran Derviscio nella rovina. Non seguiremo adesso te, senza conoscerti. ”

“Non ho nome, ancora” rispose quello “perché vissuto non sono prima. Sono nato nell’alba di sangue di questo giorno e non mi sgomento prima della sua fine di lasciare questo mondo. Ma prima che io lo lasci, fratelli, avró un nome.”

Li guardó con occhi di fuoco e drizzando la spada al cielo disse:
“Io saró il figlio del Mattino, colui nelle cui mani il Sole è come una Spada. E voi mi ricorderete.”
E cosí detto si scaglió contro i nani corazzati.
Come se quelle parole avessero lavato via la sconfitta e la morte, i Berseker lo seguirono, rompendo l’accerchiamento come un incontenibile fiume in piena.

I Nani, che giá si vedevano la vittoria in pugno, non si aspettavano la carica e non ressero l’impatto. Rotolarono giú dalla collina e molti di loro non si rialzarono.
Colpiti dalla furia di Aurorade voltarono le spalle e cercarono il supporto della Lega.
E cosí l’intera Lega si schieró ordinatamente contro quel che restava dei Dervisci.

Vedendoli si fermarono gli Auroradei, ma solo per un istante. Poi l'Uomo senza Nome fece sentire la sua Voce:

“Ecco fratelli” “è giunto il momento di donare noi stessi alla Fiamma. Non per lontana Gloria né per la fredda Storia.
Ma qui e adesso.
Noi esistiamo qui e adesso.”

E per un ultima, ultima volta, caricarono i berseker.
Guidati dall’uomo senza nome caricarono le fila della lega.
Grande fu il loro impeto. Potente l’impatto. Ardente la furia.

Spezzarono le linee dei Nani e quelle dei Monaci.
Passarono oltre uccidendone molti e per un istante sembrò che il miracolo dovesse verificarsi.
Fino a quando lo slancio si infranse contro i metallici carri di Begaruh.

Li caddero tutti.
Ma Arik pagó un duro prezzo di sangue per ognuno di loro.

Cosí che, il sole tramontò specchiandosi su un enorme lago di sangue.

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