Per qualche tempo le
armate stettero a scrutarsi reciprocamente e manovrare una di fronte
all'altra. Indecise sul da farsi e senza che l'equilibrio si
alterasse. I temuti carri da Guerra si spostavano su e giú per una
collinetta che avevano alle spalle, senza decidersi ad attaccare.
Il piano originale del
Sodalizio comprendeva lo schiacciare il nemico a distanza con le
frecce di Mieleim e le le catapulte di Ludageh.
Ma dopo un qualche
tempo il nervosismo si diffuse fra quelli di Aurorade.
Il loro capitano, il
Gran Derviscio, non era certo famoso per la pazienza.
“Non ho tempo per
questi giochetti di guerra.” Pensò snervato. “Vi sono invenzioni
da creare, banchetti devono essere festeggiati, donne attendono il
notro ritorno”
Vedendo la disposizione
della Lega, concentrata a destra, decise di attaccare immediatamente
Begaruh sulla sinistra.
Arringó quindi i suoi:
“Solo noi siamo
quattro volte superiori di numero. Spazziamoli via in un colpo solo e
facciamola finita. Quando avremo umiliato loro, gli altri non potran
far altro che levare bandiera bianca“
E senza nemmeno
concludera la sua orazione partí alla carica. Giacché ad Aurorade
l'esempio é ció che conta.
Con un boato l'orda si
mosse disordinatamente dietro il suo Derviscio.
Cantando gioiosamente
una dopo l'altro i plotoni si avviarono prima al passo e poi di
corsa, ridendo nell'ebbrezza della carica.
Questa in fatti é la
natura incosciente e gioiosa di Aurorade che infantile e audace la
spinge sempre oltre.
Si sfidavano quindi
gli uni con gli altri a superarsi e continuavano ad accelerare in un
rombo impossibile.
Gli altri capitani
dello splendore non avvisati di quanto stava succedendo rimasero
fermi sulle loro posizioni, lasciando a quelli di Aurorade l'Onere
come l'Onore.
“Che facciano loro il
lavoro sporco” Pensó il Primo Mercante di Ludageh.
“Noi ci divertiremo a
cacciare i superstiti” disse al suo secondo la gran cacciatrice di
Desio.
“Maschi!!!” si
limitó a commentare la Regina dello Scorpione delle Amazzoni.
Infatti, benché nel
Sodalizio vi fosse una abbondanza di affetto, a esso non
corrispondeva altrettanta lealtá.
Nel frattempo i
berseker avevano coperto buona parte della distanza che li separava
da Begaruh, arrivando ai piedi della collina.
Si trovavano ora a meno
di cento metri dai Carri Rossi.
Seguendo il loro
Capitano, gli Auroradei si fiondarono all'assalto in salita senza
risparmiarsi.
Erano, a dire il vero,
una visione magnifica ed eroica nel loro impeto sfrenato.
Arik, generale di
Begaruh, li vide arrivare e ne contempló con freddezza lo slancio.
E a dire il vero li
odió per il loro entusiasmo e vitalità. Giacché nella Città di
Ferro solo la frusta poteva ordinare il riso fra la truppa.
Ma Arik ingiottí
l'acido dentro di se, lasciandolo fermentare in attesa di essere
saggiamente utilizzato.
Cosí si concesse altri
preziosi secondi.
Quando i berserer
furono a tiro di freccia ordinó ai suoi di invertire la formazione e
di ritirarsi.
Come un meccanismo
perfettamente oliato, i carri si voltarono e iniziarono ad
allontanarsi al trotto su per la collina.
Abbastanza veloci da
non essere raggiunti ma non cosí veloci da distaccare l'Orda
ruggente.
Vedendoli fuggire gli
Auroradei sentirono di avere la vittoria in mano.
“Guardate come
fuggono quelle femminucce.” Dissero ridendo affannati “il nostro
maschio ardore li terrorizza.”
E cosí dicendo
raddoppiarono gli sforzi per raggiungerli e schiacciarli.
Tuttavia, benché si
prodigassero, essi erano appiedati e difficilmente potevano competere
con i carri di Begaruh.
“Arik!!” tuonava il
Gran Derviscio davanti a tutti “fermati codardo!!”
Ma i carri continuavano
beffardi a mantenere la distanza salendo su per la collina.
Nel frattempo I nani di
Kulma si muovevano astutamente per prender posizione alle spalle
degli Auroradei.
Con rombo di corni e
rullo di tamburi si schierarono per colpirne il fianco e le spalle.
Anche le sacerdotesse
di Narim non erano inattive.
Usando canti mistici e
segni magici evocarono una profonda Nebbia oscura in mezzo al campo
di battaglia
Questa, unita alla
polvere provocata dalla grande carica dei Berseker rese impossibile
ai capitani del Sodalizio di capire cosa succedesse.
Bolger, Primo Mercante
di Ludageh, benché non riuscisse a veder nulla a parte polvere e
nebbia intuì la trappola e ordinó ai suoi Gnomi di muoversi in
avanti per aiutare gli Auroradei.
Cosí facendo, peró,
dovettero abbandonare le macchine da guerra, giacché li avrebbero
rallentati troppo.
E di nuovo un capitano
dello Splendore si mosse senza avvisare i suoi alleati.
Questa volta, peró,
non da solo. I cacciatori di Desio seguirono gli gnomi, piú perché
temevano di rimanere da soli che per devozione. Si tennero peró a
prudente distanza dietro di loro.
Quando le amazzoni di
Mieleim si videro tagliate fuori dal resto dell'esercito pensarono
di essere state tradite e prendendosi cura prima di tutto di se
stesse, si ritirarono nel bosco che si trovava alla loro sinistra.
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