domenica 23 novembre 2014

Eliopoli IV: il risveglio degli Ignavi

La testa di Hegalon fu portata in trionfo in tutte le cittá.

Come orrido monito a coloro che osavano levare la testa contro il dominio dei Duchi e sperare in un mondo migliore.
Terrore e Impotenza speravano di suscitare.

Ma gli abitanti di Onirikon, vedendo questo strazio ricordarono l'Ardore di Hegalon e la bellezza dell'Ardente Processione. Allora furono colti da compassione e furore e si risvegliarono dal loro sonno.

“Un GiuSTo é stato ucciso” si dissero l'un l'altro “che nulla di male aveva fatto, tranne portare speranza la dove non ve ne era. Cosa abbiamo mai fatto!? Perché lo abbiamo lasciato solo? Oh noi miseri e indegni.”

Le voci crebbero e si tramutarono in un gemito, che crebbe in un coro e divenne finalmente una folla urlante davanti ai palazzi dei Duchi.
Armati di coltelli, pale e picche da lavoro essi reclamarono giustizia.

Grande fu lo stupore dei Duchi. Giacché eran conviti di avere la situazione in mano. Di conoscere le debolezze della plebe si da poterla controllare a piacimento.

E invero a lungo avevano avuto successo, alternando zucchero e frusta. Quindi adesso decisero che era di nuovo il momento di usare la frusta.
Eppure sbagliavano.
Non in quanto il popolo fosse divenuto piú saggio o migliore. Quanto perché l'Equilibrio della Bilancia era cambiato per sempre e il vecchio vino doveva esser versato in nuove botti.
Ma i Duchi non videro nulla di questo.

“Andate e uccidetene un paio.” Ordinarono ai loro sgherri “Gli altri si arrenderanno di certo.”

Uscirono i Turpi dai Palazzi, armati di randelli e poco altro, fidando piú della debolezza altrui che della forza propria.

Ma questa volta vi era qualcosa di nuovo e diverso.
Lo sguardo remissivo del popolo era sparito.
Una nuova luce brillava nei loro occhi. Luce micidiale che preannunciava la fine loro e dei loro Signori.
Allora si sentirono insicuri del fatto loro:
“ahem” dissero “perché non lasciare i morti riposare in pace mentre i vivi si occupano delle cose loro? Tornate in pace alle vostre occupazioni.”

Ma la voce del popolo rispose.
“Non torneremo indietro fino a quando l'ultimo bastione dell'Ingiustizia non sia stato abbattuto. Il tempo dei Duchi è finito. Fateci passare o finirete insieme a loro.“
Gli sgherri, vedendosi perduti, lasciarono cadere le armi e si unirono ai rivoltosi.
Allora il popolo assalí i bastioni dell'ingiustizia e scardinó i cancelli del Potere.

I duchi fuggirono, giacché non era nella natura loro di rimanere fermi e combattere.
Trovarono asilo nel tristo continente di Dome dove eressero un nuovo dominio fra Demoni e Orchi. E da li oggi ancora scrutano rabbiosi l'antico imperio loro, tramando per ritornare.


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