domenica 16 novembre 2014

Eliopoli III: Il Proclama di VNV

Dunque la Cittá era completa e l'avvenimento fu festeggiato con lunghe feste e banchetti.
Ma dopo alcuni giorni un senso di inquietudine si diffuse fra i costruttori.

Uno dopo l'altro i felici costruttori salutavano e se ne andavano.
“Perché abbandonate Eliopoli, proprio adesso che essa é pronta ad ospitarvi? ” chiedeva loro Hegalon “Non volete rimanere e contribuire a farne la città di Tutti?”

Ma essi sfuggivano il suo sguardo perché in loro ogni ardore si era spento, e non sapevano cosa rispondere.

E vedendoli andare altri si aggiungevano loro e se ne partivano.
Alcuni guardando per l'ultima volta Hegalon negli occhi. Ma la maggior parte spariva di notte senza salutare.

E il gruppetto di coloro che rimanevano a salutare tristemente i partenti si fece sempre più piccolo.
Chi avrebbe vissuto li?
Alla fine rimase solo Hegalon.
La cittá di Tutti era divenuta la cittá di Uno Solo.

Allora le strade di marmo e di oro furono piene solo di vento. Esso fischiava tristemente una canzone solitaria.

Hegalon si agirava per i viali vuoti e sedeva nei grandi saloni echeggianti in preda all'angoscia.

“Dove ho sbagliato?” chiedeva al pubblico di fantasmi nelle piazze “Non ho forse eseguito la volontá del Grande Re?”
Nessuno dei fantasmi rispose.
Ed Hegalon cadde nell'oscuro buco dell'Angoscia.

Passarono tristi mesi di gelo.
Poi un giorno il sole si svegliò nella vita. In quel giorno il ghiaccio si sciolse dal suo cuore.
Allora egli scrisse un proclama che cosí diceva.

Fratelli tutti di Onirikon.
Udite il proclama di VNV che da Eliopoli parte ma dal Re Unico proviene.
Per lungo tempo abbiamo patito sotto il tallone dei Duchi, e mai vi era Luce di Speranza al nostro orizzonte.
Poi il Re arrivó a indicarci la Via.
Ebbene giunto é il Tempo e pronta é la Comune Dimora.

Uscite dalle vostre Case avite, che patiscono sotto l'oppressione dei Malvagi Duchi. Unitevi in un popolo unico nel centro di Onirikon. Lí tutti saranno rappresentati nelle loro differenze. Li i popoli di Onirikon confluiranno nel Popolo del Grande Re.
Abbiamo iniziato questo sogno insieme in nome del Grande Re, portiamolo dunque a conclusione. Non lasciamolo cadere nel Nulla.

Venite a Eliopoli, fratelli.

Poi lo spedí con messaggeri in tutte le cittá.
Questa volta nessuno rise.
Nessuno maledí i messaggeri.
Semplicemente li ignorarono.
Giacché l'indifferenza a volte é peggio dell'Odio stesso.

I Duchi pensarono allora che fosse giunto il momento di agire. Giacché questo é il loro modo di attaccare. Non direttamente, ma alle spalle, di notte.
Avevano con difficoltá tollerato l'ardente processione e la nuova cittá di tutti. Ed ora gioivano nella sua rovina.

Mandarono i loro sgherri in quel di Eliopoli per arrestare Hegalon e tutti coloro che vivevano con lui.
Mandarono una forte truppa, perché si aspettavano resistenza.

Ma arrivando in vista della cittá essi si resero conto che nessuno era rimasto.
Allora risero sguaiatamente.
Ma qualcosa gli impediva di entrare dentro.
Sentivano un luminoso potere provenire da li, come una minaccia luminosa che li avrebbe colpiti se avessero profano quel santo luogo.

“Hegalon! Vieni fuori!” disse il loro capo. “il tuo sogno é infranto. Nessuno crede a questa cittá. Non vedi che é un guscio vuoto?”

Sentendo le loro voci Hegalon aveva pensato fosse qualcuno che finalmente rispondeva al Proclama di VNV e si era avvicinato.

“Forse adesso é vuota. “ Rispose dalle mura ” Ma io so che un giorno sará piena di vita e di risa e di gioiosa attivitá. Io ho visto tutto ció negli occhi del Grande Re ed egli non Mente. Il Proclama di VNV é stato inviato e presto arriveranno.”

“Folle!” replicó lo sgherro. “Nelle cittá dei nostri beneamati Duchi le genti si fanno le beffe del tuo proclama.”

Allora Hegalon scese e gli venne incontro, con il cuore spezzato.
“Tu menti. Creatura ributtante. Essi verranno, io lo so.”

“Sparisci ho ordine di bruciare questo pattume di cittá”

Allora Hegalon capí che la sua fine era arrivata. questo gli diede un senso di serenitá. Per la prima volta da tanti mesi.

“Cane! Prima ancora che tu la possa toccare” disse estraendo la spada “Il tuo braccio tutto toccherá la terra.”

Essi risero poiché erano numerosi, mentre lui era uno solo. Ma quando Hegalon caricò non risero piú. La rabbia sprizzava dai suoi occhi e l'urlo di battaglia li atterrì. Si fiondó sul loro capo e con un fendente gli troncò l'arto come promesso.
Poi rivolse la sua ira agli altri. Ma benché il suo braccio fosse possente e la sua abilitá grande essi lo superavano di molti ad uno.

Alla fine un piccolo bognin dal fiato puzzolente gli arrivó alle spalle e lo colpì ai tendini.
Egli cadde e gli furono tutti addosso, facendo strazio del suo corpo.
Solo la testa risparmiarono per portarla come trofeo ai loro signori.
Poi diedero fuoco ad Eliopoli e se ne andarono sghignazzando.

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