Duró poco e nessuno lo
notó, tranne UNO.
I Corvi che scendevano
a banchettare contendendosi le carcasse con il Lupi e le Linci non lo
videro. Le madri che giravano gridando il nome dei figli perduti non
lo sentirono.
E i morti non potevano
ormai sentire più nulla.
Ma il grande Re, assiso
sul Trono di Surel, distante 618033988 parasanghe lo sentí.
E scuotendo il possente
capo parlò per la prima volta e unica volta.
Disse un'unica parola:
“Shemesh!!!”
Parló e fu la Luce.
E poi tacque, ma nel
suo profilo immobile aleggiava un sorriso nuovo.
Anche l’uomo lontano
sorrideva rialzandosi. La sua bocca sorrideva ma i suoi occhi
ribollivano di Ardore come formaci ricolme di metallo fuso.
Guardò il cielo
limpido della sera e sorrise.
Guardó la stella che
in quel cielo segnava il settentrione e sorrise.
Guardó le povere
creature spezzate e sorrise ancora.
E sorridendo sempre si
avvió verso Sud e Ovest.
tre dell’esercito
vittorioso di Begaruh lo videro procedere speditamente e lietamente
sul campo di battaglia e si dissero l’un l’altro:
“chi è costui che si
aggira ridendo sul campo di battaglia? Non puó essere che un
malfattore che ha derubato i cadaveri. Fermiamolo e interroghiamolo.
Che egli non sfugga alla Giustizia. ”
cosí frapponendosi fra
lui e la Meta gli imposero di fermarsi.
I loro nomi erano
Shina, Kashe e Hafraza.
“Fermati o noi ti
fermeremo per sempre” intimarono “dicci chi sei e dove vai.”
L’uomo si fermó e li
fissó a uno a uno.
“Sono Fenice” disse
piano “e vado dove mi porta il fulmine.”
Sentendo questo i tre
si allarmarono, pensando fosse un mago o un folle.
E nel loro istinto
avevano ragione, poiché lui era entrambi. In quel momento lo era
veramente. Era il sacerdote che porta la Luce attraverso il deserto.
Era il Figlio del
Mattino che spinge la sua visione al di lá dell'Abisso.
Ma quei tre erano dei
guerrieri prima che delle bestie superstiziose cosí il loro istinto
da gusci agì per loro.
Lo circondarono da tre
parti e poi sibilarono: “IL tuo tono non ci piace. E le tue parole
ancora meno! Parla come si conviene o mischieremo il tuo sangue a
quello di tutti gli altri.”
Questo dissero, con le
bocche che giá sbavavano al pensiero del nuovo massacro. “Ora
rispondi e dicci: chi servi? Appartieni alla Lega della Giustizia o
segui il Sodalizio dello Splendore?”
“Io sono il Gran
Maestro dell’Ordine del Sole e non servo nessun altro se non la
Luce con Onore e Cuore. ”
E nel momento in cui lo
disse capí che era vero. non lo sapeva prima di dirlo.
E prima che lo dicesse
non era vero.
Kashe e Hafraza,
sentendolo parlare in questa maniera si sentirono grandemente
provocati. A dire il vero vi era poco in quell’epoca che non
provocasse l’istinto omicida in quelli di Begaruh. Quindi come
mossi da un unico burattinaio alzarono le lame per troncare il verbo
in bocca a Fenice.
Ma un suono sgradevole
trattenne la vita.
“Fermi!” li
trattenne Shina “Aspettate che finisca di parlare. Non mi sembra
che parli come un comune criminale”
“Per quanto mi
riguarda ho giá finito con lui” gli ringhió contro Hafraza “e
non prendo ordini da te.”
“Forse sei una
donnicciula che ti spaventi alla vista del sangue altrui, Shina?”
aggiunse Kashe “credi che non abbiamo visto come tu abbia passato
la battaglia a pisciarti sotto di PAURA?”
Shina decise che quella
era la goccia che faceva traboccare il vaso colmo di quella giornata
di sopportazione e si buttó su di loro.
Con pochi precisi
fendenti prese la vita dei due e quindi si accinse a prendere anche
le loro orecchie. Mentre l'Odio smontava da lui dopo averlo cavalcato
sentí ancora quello sguardo sul collo.
“Ora vattene via”
sibiló minaccioso allo straniero senza guardarlo “prima che la tua
fortuna si esaurisca.”
Ma Fenice non si
muoveva, invece inizió a cantare:
“Dirupsisti
vincula mea, tibi sacrificabo et nomine domini invocabo.”
Al che Shina interuppe
il suo macabro lavoro e alzó gli occhi.
Fenice cantava con le
braccia spalancate e sembrava circondato da un aura di Fuoco bianco
che accecava lo sguardo.
“Chi sei tu?”
chiese impaurito “Chi sei tu veramente?”
“Sono il Messaggero
del Danzatore. Sono colui che é al Centro di tutto, crocifisso a un
Ceppo , Sono il Figlio del Mattino che porta l’Alba Dorata. "
Fenice cantava potente nel sole morente della sera.
" Sono il Cosmico
Guerriero che sopra il Caos si erge. Sceso come un Fulmine sulla
Terra per Amore della Giustizia. Sono Fenice, Gran Maestro
dell’Ordine del Sole. Sceso lungo il Pilastro di Mezzo fino al
Regno del Grande Re per ristabilire l’Equilibrio della Bilancia
attraverso la Grande Guerra Santa.
Sono l’Ariete e sono
te che sei Ariete.”
Detto questo lo
oltrepassó e proseguí il suo cammino.
Shina, come ipnotizzato
lasció cadere il macabro bottino e lo seguí a distanza.
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